LA STORIA

Su terreni confiscati alle mafie, dal 2004 organizziamo campi di lavoro rivolti a giovani volontari provenienti da tutta Italia, in cui le attività lavorative si alternano a sessioni di studio, informazione e formazione sui temi della lotta alla mafia.

Da quando sono iniziati, i campi hanno ospitato migliaia di ragazze e ragazzi e hanno visto impegnati nel lavoro volontario anche tanti anziani, in un’ottica positiva di scambio di memoria e di rapporto intergenerazionale.

I campi sono una conseguenza naturale della filosofia della confisca: restituire i beni alla comunità, renderli vivi, animarli con iniziative culturali, formative e informative sulla difesa della democrazia, della legalità, della giustizia sociale, del diritto al lavoro.

Una pacifica ‘occupazione’ di questi spazi, dunque, abitati dalla presenza di centinaia di persone che si spendono con impegno e dedizione per costruire comunità alternative alle mafie.

Oltre alla collaborazione alle attività nei terreni e sui beni confiscati, i volontari parteciperanno a incontri con parenti di vittime innocenti e testimoni della lotta alla mafia, attività culturali, presentazioni di libri, laboratori di danze e musica popolare.

Riace (Calabria)

Corleone (Palermo)

Mesagne (Brindisi)

Suvignano (Siena)

PROPOSTE CULTURALI

All’interno dei campi e dei laboratori vengono promosse diverse proposte culturali:grazie alla collaborazione con Ucca (Unione dei Circoli Cinematografici Arci) abbiamo organizzato proiezioni di film tratti dalla rassegna L’Italia che non si vede; con Arcigay abbiamo presentato percorsi formativi di educazione all’alterità e di prevenzione e contrasto al bullismo omofobico a scuola; autori ed autrici di Navarra Editore hanno incontrato i volontari, fornendo spunti di riflessione a partire da tematiche di impegno civile e fenomeni socio-culturali; Avviso Pubblico ha promosso incontri con amministratori locali e funzionari dei Comuni e delle Regioni aderenti, affrontando tematiche legate al ruolo degli enti locali nella prevenzione e contrasto alle mafie e alla corruzione; il fotografo Giulio Di Meo ha proposto workshop di fotografia sociale legati ai temi dell’antimafia, in cui sono state documentate le esperienze e le attività che i volontari hanno svolto sui terreni e nei beni confiscati.